Fabrizio De Andrè

Lyrics Monti di mola Fabrizio De Andrè

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Monti di mola


In li Monti di Mola
la manzana
un'aina musteddina era pascendi

Sui Monti di Mola
la mattina presto
un'asina dal mantello chiaro stava pascolando

in li Monti di Mola
la manzana
un cioano vantarricciu e moru
era sfraschendi

sui Monti di Mola
la mattina presto
un giovane bruno e aitante
stava tagliando rami

e l'occhi s'intuppesini cilchendi ea ea ea ea
e l'ea sguttesida li muccichili cù li bae ae ae

e gli occhi si incontrarono mentre cercavano acqua
e l'acqua sgocciolò dai musi insieme alle bave

e l'occhi la burricca aia
di lu mare

e l'asina aveva gli occhi
color del mare

e a iddu da le tive escia
lu Maestrale

e a lui dalle narici usciva
il Maestrale

e idda si tunchià abbeddulata ea ea ea ea

e lei ragliava incantata ea ea ea ea

iddu le rispundia linghitontu ae ae ae ae

lui le rispondeva pronunciando male ae ae ae ae

- Oh bedda mea
l'aina luna
la bedda mea
capitale di lana

Oh bella mia
l'asina luna
la bella mia
cuscino di lana

oh bedda mea
bianca foltuna -

O bella mia
bianca fortuna-

- Oh beddu meu
l'occhi mi bruxi
lu beddu meu
carrasciale di baxi

O bello mio
mi bruci gli occhi
il mio bello
carnevale di baci

lu beddu meu
lu core mi cuxi -

oh bello mio
mi cuci il cuore -

Amori mannu
di prima 'olta
l'aba si suggi tuttu lu meli di chista multa

Amore grande
di prima volta
l'ape ci succhia tutto il miele di questo mirto

Amori steddu
di tutte l'ore
di petralana lu battadolu
di chistu core

amore bambino
di tutte le ore
di muschio il battacchio
di questo cuore

Ma nudda si po' fa nudda
in Gaddura
che no lu ènini a sapi
int'un'ora

Ma nulla si può fare nulla
in Gallura
che non lo vengono a sapere
in un'ora

e 'nfattu una 'ecchia infrasconata fea ea ea ea
piagnendi e figgiulendi si dicia cù li bae ae ae

e sul posto una brutta vecchia nascosta tra le frasche
piangendo e guardando diceva fra sé con le bave alla bocca

-Beata idda
uai che bedd'omu
beata idda
cioanu e moru
beata idda

Beata lei
mamma mia che bell'uomo
beata lei
giovane e bruno
beata lei

sola mi moru
beata idda
ià ma l'ammentu
beata idda
più d'una 'olta
beata idda
'ezzaia tolta -

io muoio sola
beata lei
me lo ricordo bene
beata lei
più d'una volta
beata lei
vecchiaia storta -

Amori mannu
di prima 'olta
l'aba si suggi tuttu lu meli di chista multa

Amore grande
di prima volta
l'ape ci succhia tutto il miele di questo mirto

Amori steddu
di tutte l'ore di petralana lu battadolu
di chistu core

amore bambino
di tutte le ore di muschio il battacchio
di questo cuore

E lu paese intreu s'agghindesi
pa' lu coiu
lu parracu mattessi intresi
in lu soiu

Il paese intero si agghindò
per il matrimonio
lo stesso parroco entrò
nel suo vestito

ma a cuiuassi no riscisini
l'aina e l'omu
chè da li documenti escisini
fratili in primu

ma non riuscirono a sposarsi
l'asina e l'uomo
perché ai documenti risultarono
cugini primi

e idda si tunchià abbeddulata ea ea ea ea
iddu le rispundia linghitontu ae ae ae ae.

e lei ragliava incantata ea ea ea ea
lui le rispondeva pronunciando male ae ae ae ae.
(*) Monti di Mola: così era anticamente chiamata l'attuale Costa Smeralda.

MONTI DI MOLA

Sui Monti di Mola
la mattina presto
un'asina dal mantello chiaro stava pascolando
sui Monti di Mola
la mattina presto
un giovane bruno e aitante
stava tagliando rami
e gli occhi si incontrarono mentre cercavano acqua
e l'acqua sgocciolò dai musi insieme alle bave
e l'asina aveva gli occhi
color del mare
e a lui dalle narici usciva
il Maestrale
e lei ragliava incantata ea ea ea ea
lui le rispondeva pronunciando male ae ae ae ae
Oh bella mia
l'asina luna
la bella mia
cuscino di lana
O bella mia
bianca fortuna-
O bello mio
mi bruci gli occhi
il mio bello
carnevale di baci
oh bello mio
mi cuci il cuore -
Amore grande
di prima volta
l'ape ci succhia tutto il miele di questo mirto
amore bambino
di tutte le ore
di muschio il battacchio
di questo cuore
Ma nulla si può fare nulla
in Gallura
che non lo vengono a sapere
in un'ora
e sul posto una brutta vecchia nascosta tra le frasche
piangendo e guardando diceva fra sé con le bave alla bocca
Beata lei
mamma mia che bell'uomo
beata lei
giovane e bruno
beata lei
io muoio sola
beata lei
me lo ricordo bene
beata lei
più d'una volta
beata lei
vecchiaia storta -
Amore grande
di prima volta
l'ape ci succhia tutto il miele di questo mirto
amore bambino
di tutte le ore
di muschio il battacchio
di questo cuore
Il paese intero si agghindò
per il matrimonio
lo stesso parroco entrò
nel suo vestito
ma non riuscirono a sposarsi
l'asina e l'uomo
perché ai documenti risultarono
cugini primi
e lei ragliava incantata ea ea ea ea
lui le rispondeva pronunciando male ae ae ae ae.

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Biografia

Fabrizio De André nasce il 18 febbraio 1940 nel quartiere genovese di Pegli, in via De Nicolay 12 (dove è stata posta una piccola targa commemorativa) da una famiglia dell'alta borghesia industriale cittadina. I genitori sono entrambi piemontesi. Il padre Giuseppe (Torino, 15 settembre 1912 ? Genova, 19 luglio 1985), è stato vicesindaco repubblicano di Genova, amministratore delegato dell'Eridania e ha promosso la costruzione della Fiera del Mare di Genova, nel quartiere della Foce. La madre è Luigia "Luisa" Amerio (Pocapaglia, 26 agosto 1911 ? Genova, 3 gennaio 1995). Fabrizio vive inizialmente nella campagna astigiana a Revignano d'Asti, luogo dal quale la famiglia era originaria e dove sfollò a causa dei bombardamenti e per rendere meno difficoltosi i contatti con il padre, ricercato dai fascisti per aver impedito la deportazione dei suoi alunni ebrei. Visse, poi, nella Genova del dopoguerra, scossa e partecipe della contrapposizione tra cattolici e comunisti, sovente rigidi e bigotti entrambi. Dopo aver frequentato le scuole elementari in un istituto privato retto da suore, passò alla scuola statale, dove il suo comportamento "fuori dagli schemi" gli impedì una pacifica convivenza con le persone che vi trovò, in special modo con i professori. Per questo fu trasferito nella severa scuola dei Gesuiti dell'Arecco. Presso i Gesuiti dell'Arecco, scuola media inferiore frequentata dai rampolli della "Genova-bene", Fabrizio fu vittima, nel corso del primo anno di frequenza, di un tentativo di molestia sessuale da parte di un gesuita dell'istituto; nonostante l'età, la reazione verso il "padre spirituale" fu pronta e, soprattutto, chiassosa, irriverente e prolungata, tanto da indurre la direzione ad espellere il giovane De André, nel tentativo di placare lo scandalo. L'improvvido espediente si rivelò vano poiché, a causa del provvedimento d'espulsione, dell'episodio venne a conoscenza il padre di Fabrizio, esponente della Resistenza e vicesindaco di Genova, che informò il Provveditore agli studi, pretendendo un'immediata inchiesta che terminò con l'allontanamento dall'istituto scolastico del gesuita.Studia presso il liceo comunale ?Cristoforo Colombo?. In seguito il cantautore frequentò alcuni corsi di lettere e altri di medicina presso l'Università di Genova prima di scegliere la facoltà di Giurisprudenza, ispirato dal padre e dal fratello Mauro (Torino, 26 maggio 1936 ? Bogotà, 18 agosto 1989), che diverrà un noto avvocato. A sei esami dalla laurea decise di intraprendere una strada diversa: la musica (suo fratello sarebbe divenuto uno dei suoi fan più fedeli e critici). Successivamente ad un primo e problematico approccio, determinato dalla decisione dei genitori di avviarlo allo studio del violino, il folgorante incontro con la musica avvenne con l'ascolto di Brassens, del quale De André tradurrà alcune canzoni, inserendole nei primi album. La passione, poi, aveva preso corpo anche grazie alla "scoperta" del jazz e all'assidua frequentazione degli amici Tenco, Bindi, Paoli, del pianista Mario De Sanctis ed altri, con cui iniziò a suonare la chitarra e a cantare nel locale "La borsa di Arlecchino". De André, in questi anni, ebbe una vita sregolata ed in contrasto con le consuetudini della sua famiglia, frequentando amici di tutte le estrazioni culturali e sociali. Sovente, con l'amico d'infanzia Paolo Villaggio, cercava di sbarcare il lunario con lavori saltuari, anche imbarcandosi, d'estate, sulle navi da crociera come musicista per le feste di bordo. La prima moglie di De André fu una ragazza di famiglia borghese, Enrica Rignon detta "Puny", con cui concepì il figlio Cristiano e dalla quale si separò a metà degli anni settanta. In seguito al matrimonio e alla nascita del figlio, Fabrizio fu pressato dalla necessità di provvedere al mantenimento della famiglia e trovò un impiego in un istituto scolastico privato come insegnante.

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